L’ingresso al Pantheon si pagherà da gennaio, ma non per assistere alla messa
ROMA - «Il Pantheon ha 7 milioni di visitatori l’anno: se si facesse pagare 2 o 3 euro l’ingresso si potrebbe regolamentare l’afflusso e valorizzare il monumento». Così il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini ripropone l’idea di mettere un biglietto di ingresso al monumento sottolineando che: «gli incassi potrebbero servire per interventi ad altri musei, perché confluirebbero nel Fondo di solidarietà». Ma se la proposta aveva accolto il parere positivo dei turisti, soprattutto stranieri, disposti a pagare per poter visitare il Pantheon, l’idea di Franceschini aveva scontentato il vice Sindaco di Roma, Luca Bergamo, e di quanti, come lui, avevano fatto notare che non si può imporre un biglietto anche per chi intende entrare per assistere alle funzioni religiose. Anche l’ex soprintendente archeologo di Roma, La Regina, si è detto non contrario ma infastidito, definendo la proposta come «una visione gretta». Tuttavia la decisione è già stata presa e da gennaio per visitare il Pantheon si pagherà l’ingresso. A gettare un po’ d’acqua sul fuoco delle polemiche è stato il Vaticano, i quali ricordando che il tempio voluto da Augusto per tutte le divinità e restaurato nel II secolo d. C. da Adriano oggi è anche una basilica cristiana consacrata a Santa Maria ad Martyres, ha chiesto, come accade ormai da tempo per il Duomo di Orvieto, anche i fedeli che vadano ad assistere alla messa che si celebra nel Pantheon possano accedervi liberamente. Dal Mibact hanno risposto che «si sta lavorando proprio in questa direzione e con tale tempistica» per permettere il libero svolgimento di tutte le attività religiose e allo stesso tempo provvedere a creare percorsi di sicurezza con tornelli e la biglietteria che sarà posta su Piazza della Rotonda. Dal Mibact sottolineano che, visti i 20 mila ingressi di visitatori giornalieri al Pantheon,«i costi di gestione e manutenzione sono alti». Se nel 2018, con l’introduzione del biglietto, vi fosse un calo fisiologico dell’affluenza stimato intorno al 30%, gli incassi ammonterebbero comunque a circa 20 milioni di euro lordi: soldi che darebbero una boccata d’ossigeno al patrimonio culturale. L’operazione ora è tutta in mano al nuovo direttore generale dei musei del Mibact, Antonio Lampis, nominato i primi di settembre, al quale spetta occuparsi della fase conclusiva dell’operazione consistente nell’aumento del personale di controllo e nell’individuazione di una soluzione dal basso impatto ambientale per quel che concerne l’installazione dei tornelli e dei percorsi obbligati in prossimità del monumento e la loro diversificazione rispetto all’ingresso libero da consentire ai fedeli.