Denunciata su Facebook una barbarie su un cane
«Sono schifato dall’umanità». Si è sfogato scrivendo queste parole in un suo post su Facebook l’uomo che a Rocca di Papa si è trovato di fronte a una scena talmente raccapricciante da correre subito a denunciare l’accaduto alla Guardia forestale. In una zona boschiva che da tempo è una discarica a cielo aperto, tra copertoni d’auto, immondizie di ogni tipo, elettrodomestici arrugginiti e abbandonati, vegetazione sommersa e soffocata dalla plastica, un albero utilizzato come patibolo per un povero cane impiccato. Quando le vediamo sui social network sono scene che ci impressionano e sgomentano spesso. Ma quelle che spesso ci capita di vedere su internet, soprattutto sui siti dove un controllo tarda ad arrivare, sono immagini di torture su animali e tali restano: mediate e virtuali, che suscitano indignazione, com’è accaduto tra gli amici su Facebook di questo signore. Tutt’altra faccenda è invece quando una scena del genere la incontri nel mondo reale: è una sorpresa agghiacciante che la sorte può riservarti mentre stai facendo una rilassante passeggiata. Com’era ovvio, la foto scattata alla bestiola è stata rimossa da Facebook. La morte atroce, accomuna questo randagio di circa due anni a tante storie simili: il suo è stato anche il destino di Billy, impiccato e torturato in Calabria, di Teddy, morto impiccato su un balcone di Trastevere, del piccolo pastore tedesco di Cascina, del cucciolo immolato davanti al Santuario della Madonna dell’Eterno di Montecorvino, del cane trovato morto con una cintura al collo su una spiaggia di Silvi Marina… Per l’episodio di Rocca di Papa, ancora non si conosce l’identità dell’autore del macabro gesto. L’augurio per i nostri amici animali è che gesti come questi non debbano più ripetersi.