Digitalife 2017: entrare nell'universo multisensoriale
Vivere l'arte rimanendone ipnotizzati dal paesaggio in divenire di Robert Henke per Digitalife 2017, la sezione dedicata alle affascinanti applicazioni delle nuove tecnologie e all'arte digitale del Romaeuropa Festival attraverso sei nuove istallazioni. Divertire e stimolare i nativi digitali con KizArt, piattaforma creata ad hoc per offrire spazi di espressione e arricchimento del vocabolario artistico dei più piccoli, curata da Raffaella Frascatelli per Nomas Foundation.
Tutto questo e molto di più a Palazzo delle Esposizioni (Roma- via Nazionale, 94) che si veste di tutti i colori cangianti dell'autunno con una doppia opportunità di viaggiare nel tempo e nello spazio digitale ed immaginario con due nuove mostre: 'Romaeuropa Festival Digitalife 2017' (fino al 7 gennaio 2018) al piano di ingresso e, salendo di un piano, 'Mangasia: Wonderlands of Asian Comics' (fino al 21 gennaio).
L'aggettivo più calzante per Digitalife 2017 è ipnotico. Visitando le sale il tempo si ferma, si duplica, si sdoppia, non è mai abbastanza per assaporare una serie di esperienze coinvolgenti, dove lo stupore rapisce anche i più smaliziati frequentatori di esposizioni.
L'essenzialità che cattura è frutto dell'abilità di artisti che esprimono un'arte mai uguale a se stessa che si fonde con la scienza, contaminata dai molteplici fattori tecnologici.
Avvincente "Phoshor", installazione presentata in anteprima assoluta dall'artista tedesco Robert Henke ed ispirata al mutamento. Il visitatore ne diventa parte nell'interagire con le architetture audiovisive, si fonde con l'opera, sperimenta emozionanti viaggi di luce e suono in un paesaggio fatto di luce ultravioletta in perpetua evoluzione.
L'esperienza prosegue nelle sale 3D di '360' degli austriaci Granual-Synthesis che creano un teatro virtuale in cui il visitatore si inserisce sperimentando, di sala in sala, un viaggio multipercettivo.
Si deve ad Ivana Franke, l'artista di 'Instants of Visibility', l'immersione giocosa in quel mondo percettivo paragonabile alle immagini più emozionanti di film di fantascienza come 'Interstellar'. Difficile resistere al fascino immersivo della sua installazione in cui ci si perde in un micro mondo di scie luminose, cilindri di luce galleggianti nel buio di un lungo momento che ci riporta a vivere nei film che più ci hanno intrigato, sospesi tra fantasia e realtà, in una costellazione irraggiungibile di cui noi, da visitatori, ne diventiamo parte.
E poi ancora da 'La Dispersion du Fils' dei francesi Jean Michel Bruyère/LFKs il viaggio continua fino al Purgatorio contemporaneo realizzato con 'Allegoria sacra' dal collettivo russo AES+F.