Illuminazione pubblica obsoleta e dispendiosa, ma da oggi si cambia
Non c'è nessuno in Italia che possa affermare di rimpiangere quelle vecchie lampadine, quelle che erano sempre incandescenti quando le toccavi, quelle ingorde divoratrici di watt quando le accendevi, quelle sempre pronte a fulminati al minimo sbalzo di tensione. Nei decenni infatti l’illuminotecnica si è evoluta, elevando gli standard dell’illuminazione, sia pubblica, sia privata. Ebbene: questa evoluzione teconolica e del mercato ora costringe l'Italia a rivedere ancora un volta verso l'alto i suoi criteri di illuminazione “green” che vincolano gli appalti delle Pubbliche Amministrazioni. Infatti un nuovo decreto ministeriale aggiorna i CAM (criteri ambientali minimi) , allo scopo di ridurre l'impatto ambientale dell'illuminazione pubblica notturna sulla biodiversità e renderla più efficiente per comuni e città. Per affrontare sia il problema dell'inquinamento luminoso sia il problema del risparmio energetico, con questo decreto verrà rivista e razionalizzato la “zonizzazione” delle aree da illuminare, con la luce che sarà rivolta verso l'alto, per ridurre l’inquinamento, e resi più severi i criteri di efficienza richiesti dalle fonti luminose come lampade, led, gruppi ottici e alimentatori forniti dalle aziende che intendano partecipare alle gare d'appalto dei comuni, in tal caso si parla di “appalti verdi” e di “appalti sostenibili”. I nuovi criteri permetteranno di vigilare meglio e prevenire illeciti da parte delle aziende. Il ministero dell’ambiente assicura che «Entro fine anno sarà poi pronta la scheda che aggiorna i Criteri del servizio di gestione degli impianti di illuminazione pubblica, con l’obiettivo di migliorare gli aspetti gestionali, fare una migliore manutenzione e gestione degli apparati dismessi attraverso un loro recupero, in un maggiore coordinamento con le altre attività di manutenzione e gestione delle aree urbane».
Sul piano dell'ecosostenibilita', Galletti spiega:?il rapido progresso tecnologico consente oggi di fissare performance ambientali più elevate rispetto a pochi anni fa, che possono portare non solo grandi benefici in termini di efficienza energetica e di riduzione dell’inquinamento, ma anche di risparmio per le casse delle amministrazioni. E’ una novità – spiega Galletti – che acquisisce ancor più importanza dopo l’approvazione recente del nuovo Codice degli appalti, che rende obbligatoria l’applicazione di questi criteri?. Il Decreto Galletti affronta quindi tre ambiti:?l'innalzamento delle prestazioni richieste in tema di efficienza energetica, durata e affidabilità degli impianti, un approfondimento dei temi riguardanti l’inquinamento luminoso, il tema degli aspetti sociali connessi agli appalti pubblici. Le modifiche ai Cam riguardano l’efficienza energetica, la durabilità e il tasso di guasto di tutti i corpi illuminanti, ma anche le prestazioni degli apparati attraverso l’aggiornamento di due indici. Le prestazioni richieste sono differenziate a seconda delle aree da illuminare, per adattarsi a ogni tipo di esigenza. E’ stato stimato che la sostituzione di tutti i vecchi impianti di illuminazione pubblica porterebbe un possibile risparmio economico di circa 500 milioni di euro l’anno per gli enti locali, nonché una riduzione consistente dei consumi energetici e delle emissioni di gas serra?. Secondo le stime del Ministero la sostituzione dei vecchi impianti porterà a un risparmio economico per gli enti locali di circa 500 milioni di euro l'anno e a una diminuzione dei gas serra nell’atmosfera.