Squalo viennese multato dalla legge anti-burqa
Dal 1° ottobre anche in Austria è scattato il divieto di mostrarsi in pubblico a volto coperto. Ma un po' per tentare di affrontare l'emergenza dei profughi islamici più radicali, un po' per la paura dell'Europa di essere tacciata di razzismo, a quella che nel linguaggio popolare viene definita da tutti "legge anti-burqa" era stato dato un nome generico - legge anti-velo, che in tedesco si dice "Anti-Gesichtsverhüllungsgesetz" o, abbreviato, Agesvg.
Sempre a causa del profilo ampio che la legge deve avere, per non puntare l'attenzione soltanto sull'abito delle musulmane, la norma è stata formulata in modo talmente generico, da mettere nel mirino anche mascherine di carnevale o da chirurgo. Ma l'applicazione letterale di questa legge è sfociata nel paradosso quando alcuni giorni fa la polizia è dovuta entrare in azione durante l'inaugurazione di un negozio di cellulari di Vienna che nell'insegna riporta la parola "shark". Nulla in contrario sulla scelta del nome del marchio, ma se lo squalo è poi anche la mascotte, cominciano i guai, perché lo squalo c'era, ma era innocuo e di peluche.
Il commesso del negozio travestito era simpatico ai bambini accorsi all'inaugurazione del punto vendita, ma non ai poliziotti che lo hanno multato perché aveva il volto coperto.
Forse il Carnevale in Austria è per sempre finito.