Triangolo Barberini: tra presenze occulte e geometriche simbologie
Il Casino Barberini, nei pressi di Palestrina, denominato il Triangolo per la forma estremamente inconsueta della sua pianta, è opera dell'architetto Francesco Romano Contini, autore di molti edifici della famiglia Barberini come la deliziosa Chiesa di Santa Rosalia, sempre a Palestrina, di cui abbiamo già parlato precedentemente.
A causa dello smarrimento dei documenti inerenti il manufatto durante la Seconda Guerra Mondiale non si hanno dati certi circa l'anno di inizio dei lavori di costruzione. Forse il 1653, anno delle nozze di Maffeo Barberini con Olimpia Giustiniani, sul portale d'ingresso alla proprietà proprietà compare, infatti, uno stemma araldico comprendente la "torre" Giustiniani e le "api" Barberini (a suo tempo trafugato e sostituito da una copia nel restauro dell'arco del 1969-75).
L'edificio si trova nella pianura sottostante la città, lungo via dell'Olmata, in un'area di m. 242 x 206 assieme ai Casali, tre edifici, collegati simmetricamente da muri che formano due cortili interni, di cui uno centrale e ai due lati una cappella dedicata a S. Filippo Neri ed un magazzino. Il Triangolo è collocato esattamente nel punto d'incontro degli assi del rettangolo complessivo.
Tutta l'impostazione planimetrica (desunta da disegni del Cingoli del 1675) era imperniata su una rigorosa geometria che delineava persino la disposizione degli alberi da frutto in esagoni concentrici, sei viali secondari ed un ampio viale principale alberato convergenti verso il Triangolo, oltre a simmetriche aiuole di piante ornamentali.
La pianta dell'edificio è rappresentata da un triangolo equilatero, di circa 20 metri di lato, che si sviluppa in tre livelli (terra, mezzano, primo piano). Vi è, inoltre, un piano interrato ove erano situate le cucine come testimoniano un forno ed una cappa semicircolare. Per ciascun livello la pianta triangolare ospita un vasto ambiente esagonale al centro e forma, negli spazi di risulta, tre piccoli ambienti triangolari ( stanze e vano-scala). Alcuni elementi di arredo sono scomparsi.
L'ultima sala esagonale "buca" il soffitto, esce all'aperto in una specie di torretta-altana che lascia spazio ad altre tre terrazze triangolari su due spigoli delle quali prendono posto due statue di guardiani a mezzo busto. La scala che raccorda i piani si trasforma in chiocciola nell'altana centrale e sale alla terrazza esagonale dove, all'uscita, si incontra con altre due cariatidi-gendarme, inquietanti figure, mezzi uomini, a difesa dell'edificio. Quattro statue in totale guardano in direzioni opposte per garantire la sorveglianza simbolica su tutti i lati del palazzo.
Il piano nobile e l'altana presentano alle pareti tracce di affreschi e stucchi con motivi floreali oramai in pessimo stato di conservazione.
La forma volumetrica dell'edificio si presenta, quindi, come un prisma a base triangolare in cui è inserito un prisma esagonale che esce di un piano formando una sorta di torretta di guardia.
Il solido generato e le facciate semplici ed austere ci trasmettono la volontà dell'architetto di non farci capire di fronte a quale tipologia di edificio ci troviamo: una villa di campagna, un casino di caccia, una fortezza? Certo è che l'aspetto inquietante dell'edificio ha alimentato nei secoli leggende e superstizioni che ne hanno accresciuto il fascino. C'è chi giura di aver visto, passeggiando nel giardino sotto il palazzo, l'altana ruotare in senso antiorario, di aver visto muoversi i gendarmi di guardia e di essere rimasto in preda ad una misteriosa sensazione di smarrimento e vertigine. Qualcuno ha avvertito delle "presenze"', ha udito rumori sinistri, cigolii, ombre, anime dannate, fantasmi. C'è chi giura sulla presenza del diavolo, chi ha visto animali terrorizzati, chi è stato rincorso da qualcosa o da qualcuno. Pare che si avvertano anche strani odori.
Suggestione o realtà? Certo è che il Contini voleva stupire ed inquietare e, influenzato dalle ricerche del più geniale architetto dell'epoca, Francesco Borromini, personalità travagliata ideatore di un'architettura sconcertante e innovativa improntata ad una complessa simbologia occulta a supporto di messaggi esoterici, forse ha voluto percorrere la medesima ricerca stilistica.
La rigorosa geometria che il Contini utilizza nella planimetria dei giardini, nella pianta dell'edificio, nei volumi esterni, nel disegno dei pavimenti manifesta l'ispirazione al valore mistico dei numeri e delle forme di natura simbolica.
Messaggi esoterici sono nascosti nei triangoli che rappresentano nel pensiero massonico fuoco, acqua, terra e aria a seconda di come sono orientati. Il numero tre è il numero del cielo ed indica le fasi dell'evoluzione mistica: purificazione, illuminazione, congiunzione con Dio.
I triangoli, indicati come richiamo alle api Barberini, non rappresenterebbero, quindi, solo la simbologia araldica, ma anche un sottile gioco intellettuale ispirato ad una tradizione ermetica tipica del linguaggio barocco. L'edificio sembra trasmetterci tutti i suoi simbolismi e si erge potente e severo nella pianura mutando aspetto a seconda dell'angolo di osservazione. Sembra una pacata e solenne villa di campagna se osservata perpendicolarmente alla facciata, un Casino di caccia se ci spostiamo un po' più in là o addirittura un piccolo fortilizio.
Ma se ci mettiamo sotto uno spigolo del prisma in una notte di luna allora ci apparirà una potente prua di una nave fantasma e sulla punta estrema una Vittoria, non alata, ma travestita da una minacciosa figura di gendarme dimezzato che, imperturbabile e misterioso, affronta marosi inesistenti.
Data l'unicità di quest'opera architettonica, sarebbe auspicabile un adeguato restauro.