Genzano, tra Lorenzon e dipendenti comunali arriva l’ armistizio

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21/10/2017   13:00

«Mi metterò contro tutti i dipendenti, ma in Comune abbiamo scoperto che quello è il cugino o il fratello di quell'altro e quell'altro è il cognato dell'ex assessore. Siamo arrivati noi e abbiamo riorganizzato il personale, qualcuno è scappato: ho sul tavolo 20 richieste di mobilità, mai successo a Genzano».
Sono passate soltanto tre settimane dall’aperta denuncia di una presunta “parentopoli”, radicata nel Comune di cui è sindaco Daniele Lorenzon, che già affiorano nuovi problemi di natura economica e sindacale.
Lo scorso settembre, durante la convention di Rimini del Movimento Cinque Stelle, il giovane sindaco grillino, eletto a Genzano un anno e mezzo fa, con queste dichiarazioni scatenò un tam tam che fu ripreso da tutti i giornali nazionali.
I dipendenti comunali reagirono. Il ventinovenne e primo cittadino ribadì che non era mai stata sua intenzione lanciare accuse generalizzate contro tutti i lavoratori del Comune, ma di far luce su un «sistema incancrenito», quello del cattivo andazzo politico dell’Italia, insomma, che riguarderebbe anche il Comune di Genzano e le sue precedenti amministrazioni.
Del resto, l’elezione di Lorenzon assomiglia tanto alla conquista di un feudo dalla lunga e diversa tradizione politica: quella del Partito Comunista. Ma dopo 72 anni, nella primavera del 2016, la bandiera rossa ha dovuto cedere il passo a quella a cinque stelle.


Così, anche il nuovo inquilino del Comune di Genzano, animato anche lui dal motto “onesta! Onesta!”, ha dovuto fare i conti con la realtà, con la realtà dei conti che non gli tornavano: 753 mila euro spesi soltanto per il servizio della mensa scolastica (che è internalizzato al Comune) e cifre stratosferiche spese per il servizio di trasporto. Non appena il Sindaco, in nome di un “onesto” risparmio, ha eliminato lo scuolabus, però, anche le famiglie hanno protestato. Lui ha motivato la sua politica di lotta agli sprechi dicendo: «il contratto prevedeva il trasporto di 180 bambini, ma ho visto che erano 180 bambini fantasma: l'ultimo anno, ad agosto, c'erano 78 iscritti. Gli autobus in pratica andavano in giro vuoti. Per fare la lotta agli sprechi abbiamo tagliato l'autobus vuoto».
Ma le parole più infuocate a proposito di quei conti che aveva visti gonfiati, il Sindaco le ha lanciate contro le“parentele”e le idennità aggiuntive per particolari responsabilità, che prima del suo arrivo spettavano a 45 dipendenti comunali su 123 e che oggi sono state ridotte a 20.
Per dar l’esempio e seguire la linea che contraddistingue l’ M5S, anche il Sindaco si è ridotto lo stipendio e ha rinunciato a 8 mila euro l’anno (spese di rappresentanza) che ha destinato all’arredamento scolastico.
Lorenzon ha anche sfrattato il giudice di pace «perché costava 40 mila euro l’anno e occupava i locali pubblici» e dall’altra parte si è sentito rispondere: «i concorsi truccati si denunciano in Procura».
Dopo l’ennesimo servizio tagliato dunque, i sindacati si sono mobilitati. Flavio Gabbarini (consigliere capogruppo del PD) non ha risparmiato frecciate: «uno scuolabus si muove anche se a bordo ha 12 bambini, perché spesso i piccoli utenti provengono dalle zone periferiche. Ciò vuol dire, Lorenzon, che hai lasciato i bambini a piedi». E rinfacciandosi le accuse di ruberia da un lato e di diffamazione dall’altro, la guerra è scoppiata nel Comune di Genzano.
Ma il 18 ottobre scorso si è svolto un incontro tra l’amministrazione comunale, le sigle sindacali FP Cgil, Cisl FP e la Rsu, sindacato del Comune di Genzano di Roma. Le parti hanno concordato sulla necessità di cambiare modo di fare: «Al metodo dello scontro verbale ne sarà sostituito uno più costruttivo, basato sul confronto e sulla condivisione».
L’amministrazione intende lavorare per rasserenare gli animi e fare chiarezza nei conti attraverso « la costruzione di ambienti e relazioni di lavoro che contribuiscano a migliorare l’efficienza, l’efficacia e la qualità dei servizi offerti».
È intenzione del Comune individuare chiaramente le «responsabilità operative» per migliorare il suo stesso funzionamento, attraverso l’individuazione di «regole condivise per la gestione di tale processo».


I sindacati hanno riconosciuto «la volontà dell’Amministrazione di scrivere una pagina nuova e avviare una fase di progettazione partecipata e democratica in un’ottica di miglioramento della dignità del lavoratore e si impegnano ad avanzare proposte di merito da condividere a partire dalla prossima riunione della Delegazione trattante».
Lorenzon al termine dell’incontro ha dichiarato: «Ritengo strategico il ruolo delle parti sociali per il buon andamento della macchina amministrativa, per questo motivo auspico una collaborazione proficua, nel pieno rispetto dei ruoli, delle norme e dei contratti vigenti».
Quindi un vento di impegno e di cambiamento soffia su Genzano, un comune che ha davvero bisogno di farsi i conti in tasca per colmare i suoi debiti ed ottimizzare risorse e servizi da restituire ai cittadini, soprattutto ai più piccoli (ricordiamo il recente caso degli scolari dell’Istituto De Amicis che hanno trovato degli insetti nella pasta e fagioli servitagli dalla mensa), ma anche agli adulti, abitanti o visitatori di Genzano che siano, che vogliono vivere il luogo nel benessere e nella salubrità (di recente l’amministrazione comunale ha provveduto a rimuovere una scritta fatta con della vernice spray e delle sterpaglie che imbrattavano il belvedere, ma durante i lavori di rimozione sono riemersi cumuli di spazzatura dimenticati), restituendogli dignità, bellezza, cura e diritti.