Magdi Allam a Velletri: «in nome di Allah, Maometto tagliava le gole»
Se c’è un uomo che può contribuire, dando veridicità scientifica a storia, cultura e dottrina islamica, quello è Magdi Cristiano Allam, il giornalista del Cairo naturalizzato italiano che ieri ha presentato alla Mondadori di Velletri il suo controverso libro su Maometto. Prima d’iniziare il dibattito, moderato dal giornalista Ezio Tamilla, Allam ha fatto una premessa: «non voglio fare un processo ai mussulmani ma portare un contributo con dati scientifici e obiettivi di una ricerca di studio. Io sono stato mussulmano per cinquantasei anni e sono il primo a dire che occorre rispettare ogni singola idea e ogni singola religione». Un escursus storico, che è stato un paragone tra l’Impero Romano e l’Europa di oggi, ha dato lo spunto al giornalista per parlare in modo schietto e deciso anche dell’attualissimo problema dell’immigrazione, del calo della natalità e l’assenza di forza politica ed economica dell’Italia e dell’Europa tutta, definendo così chi è che, a parere del reporter, muove i fili del mondo: «credo che sia fondamentale riflettere sul fatto che, in realtà, oggi siamo governati da un’organizzazione mondiale che risponde alle lobby finanziarie». Dichiarazioni scomode e contrarie anche alla politica del Vaticano, da parte di un giornalista e studioso convertitosi al Cristianesimo nel 2008, che ha ribadito come secondo lui Papa Francesco sia ossessionato dal bisogno di accogliere tutti e sottovaluti la minaccia del terrorismo: «La Chiesa sbaglia a mettere sullo stesso piano le tre religioni monoteiste: Maometto non è Gesù Cristo e Allah è diverso dal dio cristiano; lo Stato deve assicurarsi che i mussulmani rispettino, comunque, le leggi del paese che li ospita». Ma la vera diffida Magdi Cristiano Allam la lancia contro il Profeta: «Non è il mio libro ad essere controverso, ma Maometto. È lui il vero autore: la mia è una biografia obiettiva che riporta le fonti ufficiali islamiche. E appare chiara una cosa: Maometto non è stato un messaggero di pace, ma un guerriero che ha ucciso e sgozzato i nemici. La sua religione è superficiale. Le persone possono essere moderate, certo, la l’Islam, di per sé, in partenza non lo è. Non dobbiamo subire in maniera passiva il terrorismo islamico, ma conoscere e controbattere le idee che lo alimentano. Quello che mi preoccupa è il lavaggio del cervello che spinge molti mussulmani a compiere atti criminali senza pensare. Dire la verità sull’Islam è la sfida cruciale per la nostra libertà».
Magdi Allam, in “Maometto e il suo Allah” prende fortemente le distanze dalla sua vecchia religione, denunciando razzie e omicidi compiuti in nome di Allah. Descrive Maometto come un lussurioso (è un fatto che il profeta della Mecca avesse sposato Aisha quando aveva 7 anni, anche se il matrimonio avvenne per ragioni politiche) e un guerrafondaio (il messaggero di Allah avrebbe spinto il suo popolo a massacrare tutti coloro che non si convertivano all’Islam).
Il giornalista italo-egiziano è riconosciuto per le posizioni estreme che lo hanno spinto a prendere le distanze dalla religione islamica, tanto da convertirsi alla dottrina cristiana e adottare “Cristiano” come secondo nome.
Magdi Cristiano Allam è il secondo giornalista e nostro connazionale a prendere le distanze dall’islam e dalla sua radicalizzazione: nel suo libro precedente, “Io e Oriana”, narrando del suo rapporto umano e professionale con Oriana Fallaci, ha raccontato anche il momento di passaggio della sua conversione e di come per lui credere che potesse esistere un islam moderato fosse stata un’illusione.
Intanto nel mondo si eleva alto il lamento dei mussulmani, che in nome di Allah, dicono basta col terrorismo, il Corano dice: “chiunque uccida un solo uomo, è come se avesse ucciso l’umanità” (Cor. 5:32).
Nella nostra memoria è ancora vivo quel grido di dolore udito da Barcellona, dove in nome della loro folle ideologia l’Isis ha gridato alla vendetta contro la crudeltà dei crociati.