Colleferro,lavoratori nei termovalizzatori scrivono al sindaco. Lui risponde: «difficile pagarvi lo stipendio»
Sono ore concitate quelle che si vivono a Colleferro. I lavoratori negli impianti per lo smaltimento dei rifiuti, temendo la chiusura e il blocco degli inceneritori, scrivono al Sindaco Sanna perché sentono in pericolo il proprio posto di lavoro. Il comitato “rifiutiamoli” chiede da tempo la dismissione degli inceneritori e ciò mette a rischio il lavoro già precario degli addetti agli impianti, sui quali aleggia lo spettro del licenziamento e della crisi che non permetterà loro di percepire lo stipendio il 27 novembre. Attraverso la lettera inviata al Sindaco Sanna, questi lavoratori esprimono la preoccupazione per il loro futuro e lamentano un certo immobilismo da parte dell’amministrazione comunale che non ha provveduto a trovare soluzioni alternative. La lettera è stata inviata contemporaneamente, per conoscenza, al Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e all’Assessore ai rapporti con il Consiglio Ambiente e Rifiuti, Mauro Boschini, che riportiamo in parte: «Ciò che è inevitabile è che se i lavori di manutenzione verranno bloccati o ritardati ulteriormente,questo si tradurrà nella messa in libertà del personale, con le ricadute sociali su cui la invitiamo a riflettere provando per una volta a “calarsi” nelle nostre vite. Se ad oggi quello che lei persegue come soluzione al problema dei rifiuti fosse una realtà già esistente e pronta a funzionare sarebbe la cura dei problemi di tutti, ma ad oggi di concreto c’è il nulla e chiediamo a lei come può credere che i dipendenti e le loro famiglie possano ancora sopportare un periodo con un ammortizzatore sociale da fame e affrontare la certezza dei licenziamenti collettivi come preannunciato dalla lettera di Lazio ambiente datata 13 novembre»./p>
La risposta del Sindaco Sanna non si è fatta attendere: «Il dramma non sarebbe quindi aver costruito gli inceneritori tra le case antiche dello Scalo, non sarebbe l’aggravamento dello stato di salute della popolazione avvenuto anche dopo la loro attivazione, non sarebbe la vostra dirigenza (testimone sia del crollo di GAIA sia di quello di Lazio Ambiente), non sarebbero i processi celebrati a Velletri per i fatti noti a tutti ed ivi accaduti, non sarebbe la presenza nel sito del cromo esavalente bensì la mia azione politica sarebbe e costituirebbe il dramma; azione peraltro pienamente in linea con la mia storia personale e politica e con il mio programma di mandato. Non comprendiamo inoltre perché, in linea con la vostra dirigenza, continuate ad evocare le mie ordinanze come motivo di blocco. Le mie ordinanze riguardano il contenimento delle PM10 attraverso la regolamentazione del traffico veicolare pesante e del riscaldamento domestico e sono perfettamente in linea con tutte quelle emesse da questa municipalità negli anni, senza mai suscitare proteste di nessuno, né tra voi né tra la dirigenza. Avvicinandoci al limite di legge di 35 giorni di superamento delle PM10 e registrando il calo delle temperature nella stagione fredda, io ho emesso le ordinanze che avrebbe emesso qualsiasi sindaco animato da buonsenso, qualsiasi padre di famiglia che difende i suoi cari, a tutela della salute di tutti e non certo contro qualcuno. Riguardo al pagamento dei Comuni, per il quale scrivete solo a me e non a tutti i sindaci come dovreste, mi preme ricordare che i conti fra il mio Comune e Lazio Ambiente sono presto fatti e contando sia quelli che l’uno deve all’altra che quelli che l’altra deve all’uno la differenza in cifre è poca cosa davvero. Difficile comunque pagare Lazio Ambiente visti i numerosi atti di pignoramento presso terzi che arrivano al nostro ufficio di ragioneria tutti i giorni per i debiti della società».