Claustrofobia: ancora per pochi giorni a teatro, non perdetelo
Ancora fino a domenica 13 maggio, a Roma, al Teatro de' Servi, è in scena 'Claustrofobia', la dissacrante commedia nera che ha saputo trasformare scandali bancari di cocente attualità in uno spettacolo che diverte e, al tempo stesso, fa riflettere. In scena, intrappolati nel caveau di una banca, i tre protagonisti: il direttore dell'istituto bancario, un cliente importante e un rapinatore mascherato da Renzi, scopriranno di avere in comune ben più di quanto non immaginino. Ad interpretare i ruoli ci sono i giovani, ma bravissimi attori della Compagnia Teatrale "Mai 'na gioia": Gabriele Carbotti, Fabrizio D’Alessio, Andrea Dianetti guidati dal famoso regista Alberto Ferrari attraverso il testo di Gianni Quinto (che La Cicala ha intervistato prima del debutto).
Prezzo ridottissimo per tutti i lettori de La Cicala, che possono presentarsi al botteghino dicendo di aver letto questa intervista al giovane attore Gabriele Carbotti.
Gabriele Carbotti, raccontaci il tuo ruolo, quello del rapinatore che entra in scena e...chiude tutti dentro fino a lunedì, scatenando 'Claustrofobia', vero?
Si, interpretare il ruolo del rapinatore è stato molto affascinante per me, perchè rappresenta tutti noi che, potenzialmente, potremmo essere vittime della crisi e del crack del sistema bancario, quindi l'ho vissuto visceralmente, immaginandomi proprio nei suoi panni. Essendo una black comedy abbiamo trattato il tema in maniera sarcastica e questo ha aiutato nel non essere tremendamente tragici raccontando qualcosa che invece in fondo lo è. Per entrare nel personaggio, insieme agli attori Fabrizio D’Alessio e Andrea Dianetti abbiamo studiato molto anche la cronaca e ci siamo resi conto di quanto dramma c'era. La sfida importante è stata poter raccontare al pubblico la realtà triste dei fatti in modo più leggero, attraverso il teatro di commedia, con ironia e serenità.
Quindi lo spettacolo è una opportunità per riflettere su quello che ci accade con il sorriso?
Certo. Vedi, noi ci appassioniamo nel seguire "House of cars" in cui il protagonista vuole diventare presidente degli Stati Uniti, una storia così distante in tutti i sensi da noi italiani. Noi viviamo in Italia e abbiamo tante storie davvero così interessanti da raccontare, storie che ci riguardano in prima persona, storie così urgenti.
Il pubblico di queste serate al 'Teatro de' Servi' come ha accolto 'Claustrofobia'?
Il pubblico, devo dire, esce soddisfatto, contento e sorridente; stupito del fatto che il sorriso gli rimanga stampato sul viso nonostante poi lo spettacolo racconti un qualcosa che è molto importante e che viene riconosciuto nella commedia dal pubblico stesso. Sai, quella frase iconica: 'si ride ma si riflette', ecco, vale per il nostro spettacolo, davvero si ride e si ride molto. In questo spettacolo, quando siamo in scena, molte volte noi attori ci troviamo nell'empasse di andare avanti con la storia, con le nostre battute, sovrastate dalle risate e dagli applausi. E poi comunque vediamo il pubblico riflettere, e questo avviene in contemporanea, cioè senza che il registro narrativo cambi da comico a drammatico. Qui si ride mentre si riflette ed è questa la vera grandissima forza del testo di Gianni Quinto e della regia di Alberto Ferrari, due persone straordinarie che hanno saputo tirar fuori questo aspetto davvero alla grande. Poi mettiamoci pure che siamo bravi noi attori a renderla.
Ecco, allora perchè non ci dici qualcosa sui tuoi colleghi di avventura?
Fabrizio D’Alessio e Andrea Dianetti sono i miei soci e colleghi attori, come non ammettere che sono veramente bravissimi e poi sono amici prima che colleghi! Questa è la nostra forza: in scena ci sono due persone a cui si vuole bene e che si conoscono a menadito e quindi abbiamo uno sprint in più. Abbiamo creato una Compagnia Teatrale ("Mai 'na gioia" n.d.r.) perchè ci siamo ritrovati nella stessa situazione lavorativa a dirci 'Facciamo cose che ci piacciono', la fortuna ha voluto che ci piacessero le stesse cose e quindi abbiamo creato un gruppo di lavoro strutturalmente solido e ben costituito. Ci stiamo prendendo le nostre soddisfazioni; nonostante sia una Compagnia giovane, soli 3 anni di attività, abbiamo, devo essere sincero, delle risposte e gratificazioni non solo dal pubblico, ma anche dagli addetti ai lavori, che ci lusingano. All'inizio la sfida era più ardua di quanto si possa immaginare, perchè c'è poco spazio, bisogna farselo e costruirsi uno spazio con le scelte giuste, con le produzioni che abbiamo proposto e che hanno messo tutti d'accordo, pubblico e critica.
Tutte le persone che si presenteranno al botteghino citando questa intervista de La Cicala, hanno diritto al ridottissimo compagnia, vi aspetto a teatro!
Alessandra Battaglia