Giovanni Floris allo spettacolo del liceo di Zagarolo, ne parliamo con le attrici
Dopo mesi di tanto impegno, passione e dedizione, lo scorso 5 maggio alcuni ex studenti del Liceo “Borsellino e Falcone” di Zagarolo hanno portato in scena a Palazzo Rospigliosi lo spettacolo “Quella notte sono io”, tratto dall’omonimo romanzo di Giovanni Floris. Con grande gioia sia dei ragazzi, sia del regista Fabrizio Di Stante, sia delle insegnanti Veronica Gentile, Franca Pignalberi e Franca Taraborrelli, da anni alfieri del progetto teatro del Liceo, la rappresentazione è avvenuta proprio alla presenza del noto giornalista e scrittore. Una narrazione straordinaria che ha saputo esprimere sia attraverso la ricchezza del testo, sapientemente ricamato da Giorgio Tausani, e sia attraverso le tante emozioni e i tanti sentimenti trasmessi dagli attori ai cuori e agli occhi dei presenti la solitudine e la meschinità del bullo, le cui azioni segnano in modo permanente tutta la sua vita, nel bene e nel male.
Qualche giorno fa abbiamo colto l’occasione di intervistare le due bellissime e bravissime protagoniste femminili: Valentina Ciaffoni e Alessandra Zagni, che hanno rivestito i panni rispettivamente di Silvia e Margherita.
Valentina, com’è stato partecipare a questo progetto, alla presenza di un importante giornalista come Floris?
"Recitare di fronte all’autore del testo è stata una sfida per tutti, era molto importante per noi essere all’altezza delle sue aspettative e poi si rischia sempre di interpretare il personaggio in modo diverso, essendo un lavoro soggettivo basato sulle nostre esperienze e sensazioni personali. Devo ammettere però che abbiamo cercato di raggiungere il massimo della concentrazione, di estraniarci totalmente dalla situazione e non pensare a chi fosse seduto in platea per fare del nostro meglio."
E per te, Alessandra?
"Aver fatto parte di questo progetto teatrale è stato un onore e un piacere infiniti. Portare sul palco questo romanzo ha avuto per me due valori di profonda rilevanza. Il primo, è descrivibile solo come attrice: quell’atmosfera magica di essere lì, e mettere in scena insieme ai miei “compagni” all’evanescenza delle parole, trasformando la loro incisione su carta, in un segno negli occhi e nella mente del pubblico spettatore. La meravigliosa difficoltà nel dar forma a ogni personaggio del romanzo e sotto le luci accecanti dei riflettori far di lui un simbolo in carne ed ossa dell’autocoscienza del singolo individuo, e della stessa società in cui è immerso. Il secondo valore, fa riferimento all’opportunità di poter comunicare e divulgare, per mezzo dell’espressione artistica, messaggi di sentimento sociale, psicologico e antropologico, che secondo me ognuno di noi dovrebbe aver chiari in testa, in termini sia di pensiero che di azione quotidiani."
Valentina, cosa ti tiene ancora così legato al laboratorio teatrale della scuola?
"Il laboratorio ha determinato molte delle mie scelte personali ed è uno dei ricordi più belli del liceo. Inoltre molte delle persone che ho conosciuto in quell’ambito mi sono ancora vicine, si crea un legame quasi “magico” con le persone con cui si va in scena. Alcuni di loro sono riusciti a conoscere in questo modo il lato più emotivo e genuino della mia persona."
Alessandra, cosa ti tiene ancora così legata al laboratorio teatrale del "Falcone Borsellino"?
"È la potenza del palco, il brivido lungo la schiena tutte le volte che si è lì, di fronte allo sguardo attento e commosso del pubblico. L’indissolubile legame che si crea ad ogni spettacolo tra noi attori, regista, professoresse, aiuto regia, scenografi e ancora e ancora con altri tantissimi ragazzi che lavorano nel e per il gruppo. E poi sì, è la passione personale che nutro verso l’arte dell’espressione, della comunicazione, della condivisione."
Valentina e Alessandra, quali sono per voi i tre aggettivi/emozioni che appartengono al vostro personaggio?
"Definirei-inizia Valentina- il mio personaggio determinato, una donna cinica e pragmatica. Silvia è lo specchio della società in cui viviamo, se ne frega delle emozioni e dei sentimenti degli altri. L’importante è essere sempre un passo avanti, un vincente, e raggiungere i propri obiettivi personali."
"Credo che Margherita-prosegue Alessandra- lo sia di nome e di fatto. È una donna sensibile, che assorbe il bene e il male degli altri e della vita, malleabile, poiché diventa ciò che “quella notte” ha voluto, ma allo stesso tempo selvaggia, essendo libera dalla schiavitù dell’ipocrisia e delle tendenze della società, grezza nell’animo."
Il Liceo di Zagarolo tornerà in scena il 5/6/7 giugno al Teatro Principe di Palestrina con il capolavoro di William Shakespeare “The Tempest”.
Immagini a cura dell'Istituto "Falcone –Borsellino" di Zagarolo
Alessandro Lombardi