Anna Cappelli adora i Baustelle: le ossessioni di Marseglia ad Altaroma
Una insolita e avvincente performance di teatro, moda e musica quella dello stilista Italo Marseglia in "Anna Cappelli adora i Baustelle", svoltasi lo scorso 29 giugno nel Teatro 10 di Cinecittà Studios per Altaroma. Ad interpretare Anna c'è la bravura dell'attrice Bianca Nappi, che della popolare fiction di Canale 5 “Distretto di Polizia” è passata al cinema diretta dal famoso regista Ferzan Ozpetek (“Un giorno perfetto” , “Mine Vaganti” e “Magnifica Presenza”) fino alla fiction fantasy Rai di Ivan Cotroneo, “Sirene”.
Incastonata in una cornice evocativa della stessa inquietudine che ammanta i protagonisti, la capsule collection di Italo Marseglia si mostra vivida mentre in passerella sfilano le ossessioni e i fantasmi dei ruoli e dei desideri al ritmo della colonna sonora firmata Baustelle. Ne nasce uno spettacolo artistico che mostra l'abito della psicosi. Le vicissitudini di Anna vanno in scena tra immersioni nel testo e brani dei Baustelle, gruppo che l'autore del testo, il drammaturgo Annibale Ruccello avrebbe amato per la profonda affinità che i testi hanno con il vissuto della protagonista. Il mondo di Anna è popolato di tanti fantasmi quanti sono le sue domande irrisolte che rimbalzano stati d’animo imbrigliati in camicie di forza che identificano i legami da annodare e da sciogliere. Uno spazio emotivo attualissimo in cui vivono frammenti di ossessioni tanto condivisibili quanto esasperate nell'emblema delle camicie di forza uscite dall'estro geometrico di Italo Marseglia. Ecco che la performance fonde l'arte della moda e la musica per dare suggestioni uniche all'insegna della creatività. "Anna Cappelli" è ultima opera del drammaturgo Annibale Ruccello, talento prematuramente scomparso prematuramente a soli trenta anni nel 1986, che aveva fatto delle figure femminili estremi la propria passione. Questa racconta la storia di Anna, dattilografa per necessità, trasferitasi in un piccolo centro e costretta a vivere in uno stanzino. Inaridita dalla costrizione impiegatizia, Anna ormai odia tutti e tutto, famiglia compresa che ha già dato la sua stanza alla sorella Giuliana. Il buio della sua condizione si accende poi con il sogno d’amore condiviso dal ragioniere Tonino Scarpa, proprietario di una casa che conta ben dodici stanze. Lì Anna vivrà la sua felicità fatta di possesso e spazio, appartenenza e realizzazione. Lì combatterà la discriminazione forte delle sue conquiste che vanno oltre le convenzioni borghesi. Ma il dramma è in agguato e culmina nell’improvviso abbandono che subisce da parte di Tonino. A quel punto Anna ritorna schiava delle sue ossessioni e oltrepassa il confine estremo della mente dove la frustrazione uccide l'amore trasformandolo in agghiacciante delirio di lucida follia.
In questa sinistra atmosfera che alterna nella mente della protagonista, Anna, razionalità a follia, il designer Italo Marseglia interpreta tutto con intensità e ammiccamenti sado-maso e imprime negli abbinamenti scelti i suoi messaggi fatti di contrasti: le candide camicie bianche di popeline che, scolpite come sono in forme geometrico-matematiche esagerate, preannunciano il destino clinico di Anna. La camicia strutturata ad interpretare la costrizione si trasforma in una candida gabbia sviluppata in forme con cui il designer progetta sproporzioni tra colli e maniche che allargano busti puliti. Si evince così dai dettagli- un collo da bowling esagerato nella camicia della protagonista, i polsi lavorati senza aperture ed i bottoni grandi- una collocazione temporale Anni ’70. I pantaloni, invece, sono a-gender e seguono le forme ed i movimenti enfatizzati grazie ai pesanti sfoghi piega. La protagonista ed il suo compagno indossano una variante nera in cadì di viscosa mentre i fantasmi di Anna indossano denim bianco. E' una moda in cui si specchiano le psicosi di Anna, lo stilista imbriglia le figure in scena al di sopra delle immacolate camicie con imbracature fatte di nastri di gros-grain a contrasto che ben raccontano quel legame morboso e indissolubile che stringe come un bacio soffocante i protagonisti.
Alessandra Battaglia