Terrorismo locale o ignoranza? Marinesi rimettono a posto la madonnina deturpata, vandali la incendiano ancora
Succede la notte del 24 luglio, martedì, a poche ore dalla festa religiosa e civile che si è svolta ieri in Piazza Europa, quando la cittadinanza, riunita tutta intorno all’icona rimessa a nuovo da un valente cittadino marinese, ha pregato insieme al parroco Don Pietro e poi ha festeggiato il ritorno dell’icona della Madonna della Speranza al suo posto.
Alla recita del rosario era seguita anche una cerimonia civile con la quale le autorità comunali hanno consegnato una targa al marinese Stefano, detto “il Vichingo”, un coraggioso carrozziere che si era fatto carico del ripristino della statua di Maria, già incendiata e mutilata della mano sinistra.
Ma questa mattina gli abitanti del quartiere hanno avuto la tragica sorpresa: l’icona nuovamente annerita dal fumo, il nome inciso sulla lastra marmorea - “Madonna della Speranza” - completamente cancellato, sul piedistallo della statua la scritta: “Cosa c’entra un idolo giudeo con lo spirito europeo?”.
Il messaggio sembra avere una matrice cristiano - integralista, ma al momento le forze dell’ordine concentrano le loro ricerche su un singolo, un vandalo. Si presume che il deturpamento scoperto questa mattina e l’incendio con lo sfregio della statua avvenuto poche settimane fa siano opera della stessa mano, tuttavia non si possono escludere ipotesi di emulazione da parte di mitomani, né bravate da parte di vandali del quartiere.
E pensare che i fedeli si preparavano a festeggiare il ritorno dell’icona della Madre della Speranza da giorni, proprio durante la messa domenicale celebrata da Don Pietro, quando i credenti hanno pregato per radunarsi intorno a Gesù il Buon Pastore, per l’unità della Chiesa ma anche per l’Europa; particolarmente toccanti sono state inoltre le preghiere di alcuni ragazzi, che si sono rivolti a Dio per vivere in un mondo senza divisioni e discriminazioni razziali e culturali.
Intanto Marino non si scoraggia: di fronte all’ennesimo atto blasfemo di presunti facinorosi, i primi cittadini ad essere tornati sul posto per pregare davanti all’icona bruciata sono stati i ragazzi dell’oratorio San Barnaba Apostolo stretti intorno al loro parroco Don Pietro Massari.
Questa mattina, quando la gente è accorsa davanti alla statua di Maria, ha trovato in prima fila ancora una volta Stefano “il Vichingo”, il quale, ancora più motivato che in passato, si è detto pronto a rimettere a nuovo la statuetta di Maria per la seconda volta, non appena avrà sentito il parere del parroco e del presidente di quartiere Enrico Iozzi.
Intanto questo pomeriggio si replica: alle ore 18.00 i marinesi e il parroco Don Pietro si riuniranno davanti alla statua della Madonna della Speranza, annerita e imbrattata, per pregare ancora e poi celebrare la santa messa. Quest’atto blasfemo non spaventa, anzi rafforza il sentimento religioso e di indignazione morale e civile della popolazione, come le parole delle autorità civili e religiose prima e dei comuni cittadini poi hanno tenuto a testimoniare.
Perciò, a commento finale della cronaca dell’ennesimo, ordinario atto di vandalismo che riguarda la città di Marino possiamo ribadire con forza un sentimento assai diffuso fra la cittadinanza, civile e religiosa: un grido d’allarme contro l’ignoranza che offende non solo i simboli religiosi (ricordiamo che le settimane precedenti sono state caratterizzate da altri atti blasfemi, come il furto di ostie consacrate dalla chiesa di Cori) ma anche i valori della civiltà degli uomini, quella che spinge a contrastare le disuguaglianze, l’odio, le divisioni.
Giuseppina Brandonisio