I dolci inganni: la sensualità di Catherine Spaak e i Castelli

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26/09/2017   18:38

La Via dei Laghi, Villa Sara Gabrielli di Marino e poi, ancora, il Lago di Nemi vanno ricordati anche per essere stati lo scenario per uno dei film più discussi e censurati della storia del cinema italiano. Nel 1960 Alberto Lattuada firmò la regia di “I dolci inganni”, che racconta una giornata speciale vissuta dall’adolescente Francesca, interpretata da un’audace Catherine Spaak.
Una diciassettenne si sveglia il mattino da un sogno con l’amico di famiglia Enrico (Christian Marquand), un architetto che ha 20 anni più di lei, mentre rincasa la sera dopo “la prima volta”.
Il tema dell’adolescente che diventa donna è portante nel cinema di Lattuada (ricordiamo: “Guendalina” del 1957, “Le farò da padre” del 1974 e “Così come sei” del 1978, per citarne alcuni) e per il personaggio di Francesca immagina un percorso interiore fatto di tappe, desideri, fantasie e inquietudini ponendo lo sguardo indagatore su ogni dettaglio, curiosità e cambiamento d’umore.
Subito dopo l’uscita il film venne sequestrato per «grave offesa al comune sentimento del pudore» e riammesso in circolazione con un anno di ritardo, nel 1961, ma solo dopo averne tagliati 11 minuti. In particolare la forbice della censura eliminò le scene iniziali. Le scene più scabrose furono riammesse nel 1964. La pellicola usci integralmente questa volta e fece scandalo.

Nel film ci sono diverse scene girate ai Castelli Romani. Frascati e Marino sono citati più volte: Eddy, il fratello di Francesca, invita la sorella ad andare in quel bar di Frascati «che ha dei dischi formidabili» e così vediamo i ragazzi insieme ai loro amici sfrecciare con le auto sulla Via dei Laghi. Mentre le macchine degli altri proseguono, Francesca chiede a Eddy di svoltare al bivio e, con la scusa di prendere una scorciatoia, si dirigerà verso l’odierna Villa Iacchelli per incontrare Enrico. I ragazzi giungono così sulle rive del Lago di Nemi. Sullo sfondo si vede anche Genzano. Dopo Francesca convince suo fratello a fare una deviazione per Marino: qui c’è Enrico, l’architetto che sta ristrutturando una villa: si tratta di Villa Sara Gabrielli, in quegli anni abbastanza fatiscente, che il produttore del film, Carlo Ponti, aveva acquistato negli anni ’50 per abitarci con la moglie Sophia Loren e che in seguito diventò un punto di ritrovo per il jet set internazionale ospitando star come Liz Taylor e Richard Burton, Gregory Peck e Marlon Brando.
Enrico accoglie i suoi ospiti e fa loro visitare la villa settecentesca, le sale impreziosite dai mosaici, i quadri e i giardini esterni. È in una delle camere da letto del piano di sopra che viene girata la scena madre del film: la prima volta di Francesca. Alla fine del loro incontro i due amanti vanno a fare la spesa in Piazza Matteotti. Davanti alla salsamenteria sotto la torre del Frangipane si dichiarano il loro amore. Comprano pane, salumi, formaggi e il vino di Marino che Enrico decanta:«c’è un vino speciale da queste parti, un vino delizioso».
Il film di Lattuada ha senz’altro due meriti: uno è tematico, perché “i dolci inganni” anticipa “Lolita” di Kubrik uscito nel 1962, l’altro è narrativo perché, oltre a immortalare l’immagine dell’adolescente irrequieta in Catherine Spaak, accende i riflettori sui borghi e la vita fuori città.
L’omaggio che Lattuata fa ai nostri territori non è sfuggito a “Enjoy Castelli Romani 2017. Quello che non ti aspetti”: l’evento culturale che va alla scoperta del territorio recupera il film di Alberto Lattuada e lo proietta presso la Palazzina Vespasiani ad Albano Laziale giovedì 27 settembre 2017 alle ore 17.30.