Impressionismo: la rivoluzione dell'attimo fuggente
Proprio nel cuore di Trastevere, a distanza di oltre un mese dall’inaugurazione la mostra ‘Impressionisti francesi – da Monet a Cézanne’ , allestita presso il Palazzo degli Esami, conquista sempre più consensi.
Fai fatica, quando esci dagli spazi espositivi di questa mostra, a tornare al mondo reale, a ‘ fare cose’ quando fino a poco prima hai vissuto pura emozione. Hai provato, in totale immersione, la consapevolezza di un attimo fuggente in una realtà, colta col pennello, che è mutevole ogni istante e per questo irripetibile. Le gigantesche proiezioni dei dipinti che si dispiegano sulle pareti avvolgono totalmente lo spettatore che, attraverso il caledoiscopico divenire dei colori, della musica e degli odori, abbandona la dimensione del reale, come un astronauta fluttuante nello spazio senza peso alla scoperta dell'abbagliante bellezza del pianeta terra visto da così lontano.
E siamo dentro al quadro ingigantito di Monet, sul suo pennello, mentre picchietta velocemente la tela perché la sensazione che prova in quell'istante tra un attimo sarà diversa e quindi la deve fissare subito. Siamo immersi nella placida frescura dello "Stagno delle ninfee" timorosi, come l'artista, che il passaggio di una nuvola o il filtrare del sole tra le fronde mosse dal vento vadano a turbare quel magico momento di fiaba dove la realtà è un pretesto per dar voce e colore allo sconfinato mondo delle sensazioni. Siamo tra tocchi virgolati, tra le picchiettature , i trattini, le macchiette di colori così vivi che gli occhi ci si tuffano dentro, Siamo tra le ballerine di Degas, noi così vicini ai loro impalpabili tutù, ad osservare curiosi e timorosi la ballerina col fiocco giallo che si gratta la schiena, quella che si aggiusta l'orecchino, quella che si sistema la ciocca di capelli, quella che si distrae e quella che ride e sei così vicino alla loro ansia che quasi ti manca il fiato. Oddio sono dentro al quadro!! Ora si galleggia nella "Grenoillère " di Renoir dove la luce si frammenta in chiazzette di colore che ci comunicano una sensazione di liquida vivacità con quei colori così mobili e brillanti in continua e mutevole rapporto reciproco sul tremolio dello stagno.
E siamo avvolti dai cieli di Van Gogh; la sua "Notte stellata " è forse il momento più suggestivo della mostra. Siamo proiettati in quelle onde blu dense di colore, in quei vortici di stelle, aggressive palle di fuoco; siamo risucchiati in quelle correnti dense di uno spazio vibrante. Finalmente così vicini al tormento interiore dell'artista. Il cipresso scuro e drammatico ,nel suo moto ascendente, è l'aspirazione all'infinito, la forza della pace cercata, specchio dell'anima di Van Gogh e presagio della sua fine imminente. La forza dell'artista erompe dalla tela attraverso le immense proiezioni sulle pareti, sulle colonne, sul pavimento delle sale espositive a colpire occhi e cuore dello spettatore.
Mariella Verde