Scontrini fiscali al veleno
È un gesto abituale ormai da anni: andiamo al bar, in farmacia, al supermercato, dal fruttivendolo, dal ferramenta.....paghiamo e ritiriamo lo scontrino fiscale che, dopo una occhiata distratta, finisce inesorabilmente nelle nostre tasche, nella borsa o nel borsello. Questi apparentemente innocui pezzetti di carta che spesso teniamo a lungo nel portafogli o accartocciamo e dimentichiamo per settimane, contaminano monete, banconote, trucchi e tutti quegli oggetti che, soprattutto noi donne, teniamo nella nostra inseparabile borsa.
Non tutti i cittadini sono informati che gli scontrini fiscali, i fax, i pos dei bancomat, le ricevute di bilance elettroniche e di i biglietti aerei non vanno gettati nel cassonetto della carta perché non sono costituiti da semplice cellulosa ma da una particolare carta termica assolutamente non riciclabile.
Questa carta, che appare lucida o semi lucida su un lato, è ricoperta da un reagente chimico che, sottoposto a calore, stampa testi e cifre ad opera della testina termica di cui sono dotati i registratori di cassa.
Gli scontrini fiscali sono dannosi per la salute perché contengono il Bisfenolo A ( BPA ), un interferente endocrino che si trova anche nei pesticidi, nella plastica, nelle lattine, nei cibi confezionati.
I BPA sono sostanze artificiali che non si legano ai recettori degli ormoni.
Significa che sono sostanze in grado di accumularsi nel nostro organismo creando danni al sistema nervoso, sterilità nell'uomo, aritmia nella donna, inibizione dello sviluppo neuronale nei feti, aumento del rischio di sviluppare cellule cancerogene nella prostata e nella mammella. La concentrazione del BPA negli scontrini fiscali è dell' 1,5%, un migliaio di volte superiore alla percentuale contenuta nei biberon al policarbonato messi oramai fuori legge in molti Stati.
Il Journal of the American Medical ( JAMA ) ha pubblicato uno studio del Cincinnati Children's Hospital che ha analizzato 24 studenti universitari invitati a maneggiare scontrini fiscali per due ore. Le analisi delle urine hanno successivamente evidenziato concentrazioni della sostanza tossica.
Se dopo sole due ore il BPA si è depositato nelle urine cosa può accadere a chi per lavoro maneggia scontrini fiscali per 8 ore al giorno, 40 ore a settimana, circa 200 ore al mese, più di mille ore all'anno!
In Svezia questi scontrini sono stati sostituiti con carta senza BPA, è però una soluzione più costosa e non c'è speranza quindi che venga accettata da noi.
Facciamo finta che il problema non esista! Ma nell'attesa che entri in vigore lo scontrino telematico da parte dei negozi che accettano la tracciabilità dei pagamenti ( l'adesione è volontaria ), cosa possiamo fare noi cittadini e lavoratori a rischio? Così come altre categorie di lavoratori sono obbligati ad adottare misure di sicurezza ( elmetti, scarpe speciali, mascherine, occhiali, tute...) gli addetti ai registratori di cassa devono essere dotati di guanti protettivi!
È tanto difficile?