Ao Yun il vino, è cinese ma vale 300 dollari
Quando pensiamo al vino ci vengono subito in mente etichette italiane e francesi, ma quando pensiamo ad un vino cinese il primo pensiero è:" ecco, adesso i cinesi si mettono a fare anche il vino"; quando poi scopriamo che costa ben 300€ la bottiglia e che è prodotto da Moët Hennessy, la curiosità aumenta. Il mercato del vino è in continua espansione per il vecchio continente e raggiunge fasce di età sempre più giovani, amato e apprezzato in tutto il mondo in particolare dai cosidetti "nuovi ricchi" russi e cinesi. Il mercato del vino ha raggiunto un giro d'affari notevole che fa gola a molti; e allora che c'è di male se anche i cinesi si mettono a fare il vino, ma sopratutto questo vino, com'è?
Un rosso che al naso profuma di cannella e liquirizia e al primo sorso sa di peperone verde. Dall’alta montagna e dalle nuvole del nome, si porta dietro un alone di mistero che piano piano evolve verso frutti di bosco un po’ minerali. Ao Yun 2014 è coltivato ai piedi dell'Himalaya, nella regione dello Yunnan a ben 2500 mt d'altitudine, sicuramente una sfida per qualsiasi viticoltore. Uno spirito visionario di Moët Hennessy si è concreizzato cominciando un lavoro di individuazione del miglior territorio possibile. Questo "paradiso perduto" della viticoltura in Cina è stato individuato durante una serata con degli ingegneri agronomi cinesi che hanno indicato appunto il territorio a pochi chilometri dalla città di Shangri-La. Una rivelazione, le viti di ottima qualità Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon erano state piantate alla fine degli anni '90 in un luogo spettacolare tra il confine con il Myanmar e quello con la provincia autonoma del Tibet sui contrafforti dell'Himalaya di fronte alla montagna sacra Kailash protetta dall'Unesco e mai scalata dall'uomo. A qualche centinaio di chilometri c'è la sorgente del fiume Mekong, davvero un luogo magico per coltivare il vino e raccontare questa storia». Un progetto che ha visto anche difficoltà geopolitiche e linguistiche, nella remota provincia, non solo non si parla inglese, ma neppure cinese, quindi doppia traduzione dal dialetto locale. In alcuni momenti, la nebbia impediva la vendemmia, in alcuni filari si è dovuti intervenire in quattro diversi momenti. Inoltre, data l'altitudine il sole è più raro e la maturazione delle uve, più complessa. Ao Yun fa anche un passaggio in legno e le barriques sono salite in quota a bordo di camion che si sono inerpicati sui tornanti. Un vino che è passione, difficoltà, impegno, fatto per sfidare i limiti e diventare leggenda.